pubblicato il 27.02.18

A proposito della scelta della commissione di selezione 2018

Com’è possibile? Compiamo già cinque anni. E da cinque anni la grande forza dell’Incontro svizzero del teatro consiste nel desiderio della Svizzera di lasciarsi sorprendere da se stessa. Per la scena teatrale del Paese – che si presenta in una straordinaria mescolanza di culture e di mentalità, di tradizioni e di costumi, di lingue, forme e formati – è l’occasione di un confronto. Ci si riunisce una volta all’anno, per questa edizione a Zurigo, con l’intento di capire se stessi nell’altro. Che opportunità! E che ricchezza!   

Approfittatene, stimati spettatori e spettatrici. Poiché il vostro ruolo è essenziale. Il teatro è infatti un esperimento in tempo reale dall’esito aperto, e ha bisogno del pubblico, cioè di diffusione e dialogo. Si svolge in uno spazio collettivo e su un palcoscenico che permette di condividere esperienze.

Quest’anno la produzione teatrale svizzera è molto speciale, più polifonica che mai. Per la prima volta attori e pupazzi hanno gli stessi diritti in scena. I piccoli personaggi conoscono i “5 Gründe warum Delfine böse Tiere sind” (“Cinque motivi perché i delfini sono animali malvagi”). E la spiegazione, cari spettatori, vi lascerà di stucco.

Il teatro in Svizzera non si esprime con una, ma con una pluralità di voci, rispecchiando un sentimento profondamente radicato nella società, e cioè che la verità convenzionale non mantiene le promesse. “La verità proviene dall’apparato digerente”, è quanto si afferma in modo un po’ frivolo nella produzione “Les luttes intestines” (“Le lotte intestine”). Riflettere con Adrien Barazzone e i suoi attori su come la digestione possa influire sul nostro comportamento è un esperimento folle, e un’esperienza teatrale esilarante. Il termine di „Perdita“ potrebbe sintetizzare la diagnosi sociale, e quello di „Verità“  la ricerca in cui si addentrano gli artisti svizzeri. Nella sua messinscena, “Transumanze”, Cristina Castrillo affronta grandi tematiche politiche d’attualità, come l’esodo, la migrazione, la diaspora e l’esilio. Ma a parlare sono i vivi o i morti? Castrillo dà voce a un coro di persone senza nome che lamentano una perdita a livello personale e spirituale. “Transumanze” potrebbe essere interpretato come una variante del dramma “Beute Frauen Krieg” (“Bottino Donne Guerra”) di Karin Henkel.

Anche qui ritroviamo infatti i temi dell’esodo, della migrazione, della diaspora e dell’esilio. Le vicende che precedono e seguono la guerra di Troia, narrate dal punto di vista delle donne, mettono in luce come la prospettiva della vittima e del colpevole, il presente e il passato si confondono nel continuum del destino. Alla fine non rimane altro che una sensazione di perdita.

Herbert Fritsch e il suo ensemble riescono però a non farci intristire. Le loro “Grimmige Märchen”, ovvero fiabe crudeli ispirate ai fratelli Grimm, danno un volto ai fantasmi che il nostro perbenismo borghese ha condannato alla diaspora, all’esilio – e relegato sotto il cuscino del divano. Queste favole biliose in compagnia di un Cappuccetto moccioso e di un Cittadino lupo – che nessuno prima d’ora aveva mai pensato e narrato in questo modo – fanno eco ai drammi „ Beute Frauen Krieg“ e „Transumanze”.    

L’arte dev’essere radicale, altrimenti si riduce a un semplice bene di consumo. Joël Maillard ha un’idea radicale: immagina di trasferire altrove, per salvare almeno il mondo, quel virus chiamato “genere umano” che Fritsch è riuscito a smascherare. Nella pièce di Maillard, sul palcoscenico regna un’atmosfera apocalittica, proprio come in “White Out”, in cui Alexander Giesche e il suo team parlano della speranza radicale, definendola come una buona azione. L’azione di Maillard, tuttavia, è più risoluta. Il trasferimento dell’umanità, descritto in “Quitter la terre”, è un’eco clownesca a tutte le domande destinate a rimanere senza risposta. L’Incontro del teatro svizzero è il luogo adatto per consentire a ognuno di porle. In particolare a voi, cari spettatori e spettatrici. Benvenuti a Zurigo!

(Per la commissione di selezione: Daniele Muscionico)