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Ariane Koch

Olivier Keller

francese

08.05—19h30

durata 45 MIN – In tedesco – Sopratitoli francese

«Avete mai incontrato
Una vita logica
Quindi perché cercare il bandolo
Proprio nella mia»

Per quanto a fondo si scavi, la verità ultima su Verena Lehner – contadina, madre, cartomante, badante e presunta «avvelenatrice di Suhr»– rimarrà nascosta per sempre. Tuttavia, la ricerca poetico-documentaria che la compagnia del Theater Marie ha intrapreso con l’autrice svizzera Ariane Koch si avvicina forse di più a Verena Lehner, o a ciò che la sua figura potrebbe rappresentare dal punto di vista odierno, rispetto a una biografia basata su fatti comprovati.

Si sa per certo che nacque «1862 anni dopo che Maria espulse dal grembo il bambin Gesù». Aveva molti fratelli e sorelle, un numero ancora maggiore di figli, e a un certo punto troppo denaro per una donna del suo ceto. Nell’ambito di uno spettacolare processo venne condannata all’ergastolo per due omicidi con veleno per topi. Fu rinchiusa per 14 anni nel penitenziario di Lenzburg e poi internata in un istituto psichiatrico, dove morì nel 1945. Fino ad oggi non è stata rinvenuta alcuna prova che fosse davvero un’assassina. In ogni caso, per tutta la sua vita Verena Lehner ha continuato a professare la sua innocenza e a sostenere di non avere niente a che fare con l’arsenico rinvenuto nel sangue dei due infermi di cui si occupava.

Le due attrici riescono nel funambolico intento di raccontare questo destino tragico, ma storicamente non atipico, da una prospettiva moderna e a rappresentarlo in scena immedesimandosi e analizzandolo in modo critico con tale maestria che, nonostante la drammaticità, è anche possibile ridere. Nel testo di Ariane Koch Verena Lehner ha una visione tutta sua della condizione contadina, del patriarcato e dell’ottusità che la circondano. Sembra percepire cose che gli altri non vedono e tutti, almeno una volta, vorrebbero farsi leggere le carte da lei. Forse ha scrutato troppo a fondo nelle carte dei suoi compaesani – fatto sta che quasi nessuno l’ha difesa quando è stata incriminata.

Il suono del theremin inserito con parsimonia dal musicista e un concetto scenografico giocoso ma accattivante nella sua semplicità contribuiscono a evidenziare il carattere abbozzato dello spettacolo, che nelle sue constatazioni sembra fare di continuo un passo avanti e due indietro.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

La variante in streaming, nata per necessità, merita una menzione speciale. Con grande sensibilità per le differenze fra il palcoscenico e lo schermo, il team e le attrici sono riusciti a trasformare in pochissimo tempo la rappresentazione teatrale in una versione breve, purista e disinvolta appositamente creata per le telecamere. Ne è risultata una performance online vivace, dinamica, per nulla pretenziosa ed esilarante che si distingue per la sua freschezza da molti tentativi in questo senso.

  • Crediti

    Testo
    Ariane Koch, ispirato da „Giftmord“ di Kurt Badertscher (2018) e „Die Wahrsagerin“ di Rösy von Känel (1930)

    Regia
    Olivier Keller

    Con
    Nadine Schwitter, Sandra Utzinger, Daniel Steiner

    Musica
    Daniel Steiner

    Costumi
    Myriam Casanova

    Scenografia / Video
    Andreas Bächli

    Mediazione
    Rebecca Etter

    Dramaturg
    Patric Bachmann

    Podcast
    Pascal Nater (Kanal K)

    Produzione
    Theater Marie

    Co-produzione
    Bühne Aarau, ThiK Theater im Kornhaus Baden

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